blink-182 – Enema of the State

Ma ci credete che sono passati 20 anni?!? Enema of the State, il terzo album dei blink-182, usciva il 1 giugno di 20 anni fa. È stato l’album del successo mondiale per la band californiana.

I singoli che hanno lanciato il disco, insieme ai rispettivi video, sono entrati nell’immaginario culturale degli anni ’90: in What’s My Age Again? la band correva nuda in giro per la città e in All The Small Things parodiavano i videoclip delle boyband e delle popstar dell’epoca. È difficile dire cosa significhi per me questo album, è uno dei miei preferiti in assoluto. Oltre ai singoli vi consiglio di ascoltare canzoni come Going Away to CollegeDysentery Gary, Mutt (presente anche nella colonna sonora del primo film della saga American Pie, nel quale appare anche la band).

Nella mia collezione è presente una copia europea in cd con la custodia davvero rovinata (grave peccato per me, spero di prendere una bella copia presto!) ma disco in perfette condizioni, che contiene anche dei contenuti speciali una volta inserito nel computer.

 

 

Braid – Frame & Canvas

Frame & Canvas è il terzo album dei Braid. Uscito nel 1998, insieme ad album come il primo omonimo degli American Football e Something To Write Home About dei Get Up Kids, è considerato uno dei più importanti album emo degli anni ’90. Nonostante il successo di pubblico e critica, la band si sciolse nel 1999, per poi riunirsi nel 2011.

Pur avendo avuto una vita breve fino al loro scioglimento, hanno contribuito a dare forma a un genere che, successivamente, band come, ad esempio, Fall Out Boy e Motion City Soundtrack, avrebbero seguito. Frame & Canvas contiene un mix di canzoni energiche come The New Nathan Detroits, Killing A Camera e Collect From Clark Kent e chiude con la tranquilla I Keep A Diary.

Ho comprato questo disco recentemente, alla mostra mercato del disco di Trieste, appena l’ho visto non me lo sono lasciato scappare. Si tratta di una ristampa del 2008.

 

Nirvana – In Utero

25 anni fa usciva quello che, purtroppo, sarebbe stato l’ultimo album in studio dei Nirvana. In Utero incarna perfettamente il suono del grunge ed è, a mio avviso, il vero manifesto della leggendaria band di Seattle.

Non ha avuto il successo commerciale del predecessore Nevermind e credo sia anche abbastanza sottovalutato, ma canzoni come All Apologies e Heart Shaped Box rimangono alcune tra le più famose scritte dai Nirvana. Tra le mie preferite cito Frances Farmer Will Have Her Revenge On Seattle e Serve the Servants. Il tour promozionale dell’album è stato anche il loro ultimo.

La versione nella mia collezione è una ristampa europea in cd.

 

 

 

Dr. Dre – 2001

2001 è il secondo album da solista di Dr. Dre, uscito nel 1999. Si rimane su livelli molto alti ma, secondo me, il precedente The Chronic rimane imbattibile. Al disco collaborano Snoop Dogg, Kurupt, Nate Dogg, Eminem e Xzibit (in Italia forse più conosciuto per il programma di MTV Pimp My Ride), tra gli altri.

Pezzi come Forgot About Dre e Still D.R.E. rimangono tra i più rappresentativi della carriera di Dre, mentre The Next Episode sta tornando alla ribalta grazie anche ai molti meme che contengono questa canzone. Tra i miei preferiti aggiungerei anche Housewife (che cita Bitches Ain’t Shit nel testo, canzone di The Chronic) e What’s The Difference che contiene un sample di Parce Que Tu Crois di Charles Aznavour.

La mia versione è una ristampa europea in cd.

 

The Get Up Kids – Something To Write Home About

Ieri i Get Up Kids hanno annunciato di aver firmato con l’etichetta Polyvinyl Records e l’uscita imminente di nuova musica, quindi ho pensato di dedicare il post di oggi a loro. Something To Write Home About, uscito nel 1999, è il loro album più famoso. Contiene pezzi come Holiday, Action & Action e Ten Minutes, oltre alla canzone più utilizzata per dichiararsi alla propria bella alla fine degli anni ’90, I’ll Catch You.

Ho avuto l’occasione di vederli dal vivo in un club qualche anno fa, durante il tour promozionale dell’album There Are Rules, purtroppo senza il tastierista James Dewees, all’epoca impegnato in tour con i My Chemical Romance. Qualche tempo prima mi era stata regalata la bellissima edizione del decimo anniversario di Something To Write Home About, che contiene, oltre all’album in CD, delle bonus track scaricabili online e il DVD del concerto nel quale suonano interamente l’album insieme ad altri video della band.

Ho approfittato in quell’occasione di farmi autografare la mia copia da Matt Pryor e Jim Suptic e per scattare una foto insieme a loro. Molto disponibili!

 

blink-182 – They Came To Conquer…Uranus

Chi, se non i maestri del toilet humor, poteva scegliere questo titolo per un EP?!?

I blink-182 pubblicano They Came To Conquer…Uranus nel 1996, l’anno successivo all’uscita di Cheshire Cat. Contiene tre canzoni per un totale di quasi otto minuti: Wrecked Him sul lato a e Waggy e Zulu sul lato b. Waggy verrà poi registrata nuovamente e inserita nell’album successivo, Dude Ranch del 1997.

Il sound di questo EP è quello che caratterizza i primi lavori della band californiana, il classico punk della metà degli anni ’90 con riff veloci e melodie catchy. La formazione è ancora quella originale, con Scott Raynor alla batteria.

Quando si parla di blink-182 mi è difficile dare un giudizio razionale perché è la mia band preferita. Posso però dire che Wrecked Him è davvero una bella canzone ed è un peccato che non sia stata ripresa in altri lavori della band, questa versione di Waggy è una versione più cruda rispetto a quella presente in Dude Ranch, mentre Zulu è la canzone che mi piace di meno.

La versione presente nella mia collezione è una delle ristampe del 2014, in vinile colorato blu.

 

 

Nirvana – Nevermind

L’album più pop dei Nirvana, mi ricorda quanto ero fissato con questa band nel periodo delle scuole medie! Come tutti (credo) ho conosciuto i Nirvana grazie a Smells Like Teen Spirit, brano di apertura di questo album. Forse non il mio preferito della band di Seattle, ma sicuramente quello che mi ha spalancato le porte su questo gruppo leggendario. Li ha portati ad essere un fenomeno globale, forse proprio quello che Kurt Cobain non voleva, ma non è il loro lavoro più rappresentativo (In Utero, a mio parere, li rappresenta meglio). In ogni caso, Nevermind, il primo con Dave Grohl alla batteria, è l’album di più successo dei Nirvana.

Difficile scegliere quale sia la mia canzone preferita: a volte è In Bloom, a volte Come As You Are, a volte On A Plain.

La versione in mio possesso è, purtroppo, una versione non ufficiale che ho comprato tempo fa non sapendolo. È in vinile blu e contiene anche il poster della copertina e un foglio con i testi delle canzoni. Suona bene ma non sono molto soddisfatto.

 

 

 

Nas – Illmatic

Nas, devo essere sincero, l’ho scoperto un po’ tardi, purtroppo, ma questo disco è diventato uno dei miei preferiti tra quelli hip hop – non a caso l’ho inserito nella lista #9albumsthatchangedmylife. Che dire di questo capolavoro datato 1994? Esordire con un album del genere non è da tutti, solo un fenomeno come lui poteva farlo. DJ Premier alla produzione sforna dei pezzi che, uniti al flow di Nas, diventano delle perle dell’hip hop impossibili da eguagliare. The World Is Yours è sicuramente LA canzone di quest’album, ma non posso non citare Represent, Life’s a Bitch, N.Y. State of Mind e It Ain’t Hard To Tell, che contiene un bellissimo sample di Human Nature di Michael Jackson.

Ho comprato il cd un po’ di tempo fa e il vinile la settimana scorsa ad una fiera. Piccola curiosità: su entrambi i formati in mio possesso, per la precisione la ristampa europea del 2006 del vinile e la versione europea del 1994 del cd, l’ultima traccia è citata sul disco come It Aint’t Hard To Tell, un piccolo errore.

Red Hot Chili Peppers – Scar Tissue (single)

L’ultimo post del 2017 lo voglio dedicare ad una delle mie canzoni preferite dei Red Hot Chili Peppers, Scar Tissue. Tratto dall’album – capolavoro, a mio parere – Californication del 1999, il singolo presenta inoltre le canzoni Gong Li e Instrumental #1 (citate nella tracklist come non album track).

Che dire di Scar Tissue: è forse una delle più belle canzoni mai scritte dai RHCP, ha vinto un Grammy Award nel 2000 nella categoria Best Rock Song e ha dato il titolo all’autobiografia del cantante Anthony Kiedis, uscita nel 2004. Il riff di chitarra di John Frusciante è uno dei più riconoscibili degli ultimi 20 anni e la canzone è tra le preferite dei fan, tanto da essere la loro quinta canzone più suonata dal vivo. Il testo parla delle difficoltà affrontate da chi fa uso di droga per disintossicarsi. Il video vede il quartetto ferito e pieno di botte suonare strumenti rotti percorrendo una lunga strada deserta a bordo di un’auto guidata da Frusciante, una metafora del suo ritorno nella band dopo l’abbandono nel 1992.

Menzione speciale per Gong Li: il titolo è un omaggio all’attrice Gong Li ma il significato del testo non è mai stato confermato dai Chili Peppers (la tesi più accreditata afferma che parli del rapporto tra Anthony Kiedis e John Frusciante al momento del ritorno nella band). È una canzone molto bella ed è un peccato che non sia inclusa in alcun album e che sia stata suonata dal vivo soltanto per tre volte.

Ho comprato questo cd l’anno scorso mentre mi trovavo a Roma per festeggiare capodanno. Ah, a proposito: buon 2018 a tutti!